Dalla Giordania invio di gente al macello. Per non dimenticare.


jordan

Rimandare richiedenti asilo e rifugiati nella propria terra significa mandarli al massacro. Davanti a loro due strade: la morte o il carcere a vita.

Sembra, tuttavia, non tenerne conto la Giordania, che nei giorni scorsi ha rimandato 800 persone, tra richiedenti asilo e rifugiati, in Sudan.

Deportare rifugiati vìola il consueto principio di diritto internazionale di non refoulement, che vieta ai governi di mandare la gente nei luoghi in cui rischiano di essere perseguitati, torturati, o esposti a pene o trattamenti inumani o degradanti.

Unica colpa dei sudanesi quella di aver protestato contro trattamenti discriminanti e le condizioni di vita in cui vivevano.

La scusa del portavoce del governo giordano è che i sudanesi in questione erano entrati nel Paese con il pretesto di cercare cure mediche, motivo per il quale sono stati rimandati tutti indietro. Questo non giustifica un’azione così palesemente disumana oltre che contraria al diritto internazionale.

Di seguito i link della stampa internazionale.

America-Al jazeera: La Giordania deporta 800 rifugiati dopo le proteste

The guardian: Rifugiati sudanesi forzatamente deportati dalla Giordania temono l’arresto e la tortura

Human Rights Watch: Giordania: deportati richiedenti asilo sudanesi

 

 

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